Cicloturismo ed escursioni in e-bike in Valle d’Itria
La Valle d’Itria è il toponimo con cui si individua la porzione di territorio a cavallo tra le tre province di Taranto, Brindisi e Bari, originatosi per depressione del suolo carsico e compreso tra i suggestivi centri urbani di Martina Franca, Alberobello, Locorotondo e Cisternino, con propaggini che si estendono fino a Noci e a Ceglie Messapica. Un tempo ricoperta di boschi è oggi un fulgido esempio di microcosmo agricolo con forti tradizioni eno-gastronomiche.
La mountain bike a pedalata assistita, (detta anche e-bike o e-MTB) è il mezzo ideale per spostarsi tra i sentieri, le carrarecce e le strade bianche o interpoderali della Valle d’Itria, dove strade asfaltate prive di traffico, lasciano spesso spazio al fondo brecciato e bordato dai caratteristici muretti a secco in pietra calcarea, tipicamente ingrigita.
Senza faticare, in poche ore possono coprirsi alcune decine di km per poter scorgere panorami suggestivi, muovendosi tra boschi di fragno e roverella, campi coltivati a vigneto o alberi da frutto (ulivi, ciliegi, mandorli) o seminativi di grano e avena o foraggio, costantemente costellati di piccoli trulli storicamente usati come ricoveri temporanei e depositi per la cura dei campi.
I più smaliziati apprezzeranno i sentieri più “tecnici” e anche chi non ha esperienza in MTB apprezzerà la sicurezza data da queste biciclette dalle ruote generose (larghezza 2.80) e le doppie sospensioni (150 mm di escursione). Il motore elettrico da un’erogazione appena percettibile e con la sua intensità di aiuto modulabile, permette a ciascun biker di scegliere quanto impegno fisico profondere durante l’uso.
Si consiglia di farsi guidare da personale specializzato (sono diversi gli operatori che danno questo servizio a Noci, Alberobello, Locorotondo e Martina Franca), perchè i percorsi sono poco segnalati e il fondo e le pendenze sono molto variabili, senza la giusta assistenza si rischia di attraversare strada a scorrimento veloce, di finire in boschi troppo fitti, o sentieri non battuti.
Nei territori di Noci e Alberobello, che tra loro distano circa 10 km, sono numerose le attrazioni da “scovare” disseminate nelle campagne o concentrate nei piccoli e suggestivi centri storici. Tra queste l’imponente “Casa Rossa” nei pressi di Monte Carello, in origine un istituto scolastico ad indirizzo agrario, poi requisito dal governo Fascista e adibito a campo di internamento per Ebrei e nemici del Regime durante la seconda guerra mondiale.
Alberobello è una delle mete più gettonate in Puglia, sito UNESCO dal 1996, concentra oltre 1.500 trulli nei due principali Rioni “Monti” e “Aia Piccola”, oltre che altri monumenti otto-noveceteschi. Si è formata a partire dal XVII secolo grazie a una sorta di conurbazione tra piccoli aggregati di trulli attorno a singole corti, anche dette aie, ove avveniva la vita di comunità – vi si lavorava il grano, vi pascolavano gli animali da fattoria, si panificava nei piccoli forni “di vicinato”. Oggi nelle campagne si trovano ancora questi piccoli agglomerati di Trulli, più spesso divenuti vere e proprie “contrade“, solo Locorotondo ne conta ben 138: è la caratteristica della Valle d’Itria, essere una campagna abitata.
Il territorio di Alberobello è inoltre solcato dal Canale Principale dell’Acquedotto Pugliese (AQP), quello che nei territori di Cisternino e Martina Franca è già Ciclovia dell’Acquedotto, qui si presenta ancora come strada di servizio in sterrato, identica a sé stessa fin dal primi anni del ‘900 quando l’acqua potabile del Sele (Avellino), raggiunse la bassa Murgia Pugliese, tormentata da frequenti periodi di siccità.
Il percorso del AQP qui si affaccia con i suoi ponti-canale sulla valle del Canale di Pirro (leggendariamente, quanto erroneamente associato al Re dell’Epiro che secondo alcuni lo attraversò con gli elefanti durante la campagna di Taranto) è il realtà il “Canale delle Pile”, cisterne di acqua piovana che qui naturalmente defluisce nelle cavità carsiche del sottosuolo. Recente scoperta in questa vallata è la Grave Rotolo, il più profondo sistema di grotte della Regione.
Le colline che qui degradano verso il fondovalle permettono ai bikers più sportivi di lanciarsi in discesa o scalare i percorsi off-road più tecnici della Valle d’Itria. Anche l’Oasi del Bosco Selva, a sud di Alberobello, offre 60 ettari di parco pubblico attrezzato con percorsi trekking e aree gioco per i più piccoli, facilmente attraversabile in e-MTB.
Tra Alberobello e Noci significativi sono i punti belvedere sul paesaggio dall’Oasi di Barsento, in corrispondenza dell’omonima Abbazia di Santa Maria di Barsento e della contrada Curcio, rispettivamente verso nord e verso sud, dove lo sguardo raggiunge il margine del gradino murgiano verso l’arco Ionico che cinge la città di Taranto.
Muovendosi da Noci è facile incontrare un’antica masseria ancora in attività o animali al pascolo (cavalli, asini, maialini, oltre che vitelli e mucche da latte), mentre arrivando ad Alberobello è d’obbligo attraversare i Rioni storici dei trulli urbani e cercare le migliori viste dai belvedere: molto affollata tra maggio e settembre, è invece ideale visitarla nei mesi autunnali e prima delle festività pasquali.
Scegliendo come “campo base” un alloggio ad Alberobello, magari uno dei tanti antichi trulli restaurati con tecniche e materiali tradizionali, è possibile programmare più escursioni in diversi giorni per circa 30 km al giorno: le numerose stradine di campagna permettono percorsi piacevoli ad anello verso Noci, oppure Martina Franca – Locorotondo o ancora verso la costa balneare di Monopoli e Fasano, passando per la Selva (oltre il Canale di Pirro citato): un soggiorno di tre giorni consente di visitare i luoghi più belli della zona, prima di ripartire alla volta di Lecce o di Matera.
Un’escursione medio-lunga, di circa 60 km, permette di percorrere in giornata con partenza da Alberobello, anche il tratto già accessibile della Ciclovia dell’Acquedotto, ne vale la pena.
In sintesi, che si sia alla ricerca di relax e buon cibo, oppure che si cerchi attività sportiva all’aria aperta, la Valle d’Itria non deluderà nel suo ampio spettro di panorami, servizi e attività, spesso fuori dall’ordinario e dalla banalità del turismo massificato.