LA VALLE D’ITRIA, UN MARE DI TRULLI E GROTTE

È una depressione carsica che s’insinua tra i territori di Alberobello, Locorotondo, Martina Franca e Cisternino, con le estremità verso Castellana Grotte a nord e Ceglie Messapica a sud. Disseminata di trulli, è suddivisa in migliaia di piccoli appezzamenti di terreno coltivato a frutteto, vigneto e uliveto dai caratteristici muretti a secco ingrigiti dall’ossidazione della pietra calcarea. Un tempo ricoperta di boschi di fragno e roverella, oggi ne ha dei piccoli brandelli vicini alle masserie più importanti e attive.

Si è formata negli ultimi millenni per effetto del collasso delle cavità sotterranee della bassa Murgia, quasi al limite del “gradino” che la separa dalla piana degli ulivi secolari di Monopoli e Fasano, verso la costa. Le grotte che tutt’oggi costellano il territorio e che si conoscono solo dove sono state rinvenute delle aperture verso la superficie, si sono formate per effetto del dilavamento dell’acqua piovana, che ha “sciolto” chimicamente il calcare della roccia. I vuoti creatosi hanno quindi fatto cedere il suolo sovrastante e abbassare il livello della superficie.

Si sono perciò formate delle depressioni (lame, doline e polje) che unendosi tra loro hanno formato la più estesa Valle D’Itria. Il nome deriva dalla Madonna dell’Odegitria, un culto di origine bizantina.

La vista paesaggisticamente più suggestiva si coglie dai centri storici di Locorotondo e Martina Franca che vi si affacciano con dei lunghi belvedere: quello di Locorotondo è definito universalmente “lungomare“, perchè di sera le luci dei trulli disseminati nella valle sembrano una miriade di barchette in un mare in bonaccia.

Lo stesso processo ha interessato anche il Canale di Pirro (o delle Pile), tra Alberobello e Fasano, dove in una superficie di appena 1×10 km compresa tra Putignano e la Selva di Fasano, il suolo si abbassa di oltre 100m, formando ai lati settentrionale e meridionale due netti versanti scoscesi tutt’oggi boschivi.

I versanti, con pendenze fino al 30%, hanno reso nel tempo possibile la formazione spontanea di percorsi (trails), solcati dapprima dagli animali selvatici e dalla pioggia che scivola su rocce e terra rossa argillosa e oggi dalle mountain bike che qui trovano tracciati più e meno impegnativi, con difficoltà tecniche all’altezza delle gare regionali di crosscoutry (XC e XCO). I più bei tratti di percorso sono quelli che intersecano il canale principale dell’acquedotto pugliese, che si adagia sul versante meridionale. Alcuni passano anche sotto i caratteristici ponti in pietra.

Sotto i piedi (e le ruote) dei bikers nel Canale di Pirro si nasconde la grotta più profonda di Puglia, è la Grave Rotolo – Abisso Boscia: prende il nome dalla sua straordinaria profondità, ben oltre 324 m in verticale. Non ne è ancora stato trovato il fondo, perchè sommerso dall’acqua di falda che si trova quindi oltre 30 m citca sotto il livello del mare.

Si ipotizza che questa enorme cavità con numerosi tronchi orizzontali sia comunicante con il più noto complesso di grotte monumentali, quello di Castellana Grotte, distante pochi chilometri verso nord-ovest. A differenza di queste, la Grave Rotolo non è visitabile turisticamente, anche perchè il primo tratto è un strapiombo di circa 70 m in altezza e solo speleologi molto preparati possono affrontarne l’intera discesa che dura più di un giorno e richiede anche attrezzatura da sub.